Sono quasi nove anni che esiste questo giardino giapponese e tante persone ci si sono avvicinate; all’inizio poche, ma col tempo sempre di più. Quando i numeri crescono, si cominciano a vedere delle somiglianze tra le persone che lo frequentano e si possono delineare diverse tipologie.
Ho provato a identificare e a descrivere diversi gruppi di frequentatori del giardino: sono descrizioni generiche, all’interno delle quali ogni singola persona rappresenta una diversa e personale sfumatura, ma penso che possa essere interessante condividerle con chi segue questa pagina.
Da oggi metterò sul sito dei post con la descrizione di alcune delle tipologie che ho individuato. Non seguirò un ordine logico o alfabetico, ma le metterò così come sono state scritte e forse me ne verranno in mente altre da aggiungere. Non mi aspetto vostri commenti, ma se ce ne saranno li leggerò volentieri.
Comincio con la descrizione di una tipologia che conosco molto bene: gli Amici.
Amici
I miei amici vengono al giardino contenti e, spesso, ci accompagnano i loro amici. Glielo presentano come fosse un regalo e raccontano come era prima quell’angolo del Parco, perché è stato fatto il giardino, come sia amato e rispettato dagli abitanti del quartiere. Mi chiamano al telefono per dirmi che sono al giardino e vogliono presentarmi ai loro amici e io se posso li raggiungo volentieri e mi intrattengo con loro. Spesso i loro amici sono persone deliziose, che hanno molti interessi culturali e artistici, che sono stati in Giappone, che hanno visitato i giardini di Kyoto e fanno appropriati commenti. Evidentemente quelli che mi conoscono scelgono tra i loro amici quelli che ritengono più adatti e predisposti alla sorpresa del giardino. Se vengono da soli ci fermiamo a parlare della sensibilità e dell’estetica giapponese, degli haiku, delle notti di luna piena che si vede benissimo dal giardino, dei libri che abbiamo letto e che ci hanno maggiormente colpito, dell’armonia, della bellezza e passiamo dei momenti piacevoli insieme. La recinzione sembra svanire e diventiamo un tutt’uno con il giardino. Quando ci salutiamo è sempre un arrivederci.