Il 21 marzo non si festeggia solo l’arrivo della Primavera ma è anche la Giornata internazionale delle foreste: i polmoni del mondo che forniscono ossigeno e catturano anidride carbonica, contrastano il riscaldamento globale, accolgono l’80 per cento della biodiversità terrestre ( l’80% delle specie di anfibi, il 75% delle specie di uccelli e il 68% delle specie di mammiferi), hanno azione di filtraggio sulle acque e contrastano i rischi idrogeologici così tristemente noti e frequenti nel nostro paese.

Per quanto riguarda noi Homo “sapiens” (!!!) circa 1,6 miliardi di persone dipendono dalle foreste per il loro sostentamento, dalle popolazioni indigene, che sono le vere e proprie sentinelle di questi magnifici ecosistemi, e che spesso pagano con la propria vita la difesa della loro “casa”, alle comunità montane delle aree interne di ciascun continente.

Per avere un’idea della portata della deforestazione, principale minaccia per la vita dell’uomo sulla Terra, il mondo perde 10 milioni di ettari di foresta – circa le dimensioni dell’Islanda – ogni anno e il degrado del suolo che ne consegue colpisce quasi 2 miliardi di ettari, un’area più grande del Sud America (dati Onu)

Mentre l’ultimo rapporto del WWF (gennaio 2021) segnala che in 13 anni, tra il 2004 e il 2017, sono stati distrutti almeno 43 milioni di ettari di foresta pluviale tropicale, un’area grande come la California, distribuita tra Asia, America Latina e Africa.

Quindi quello che ognuno di noi, nel proprio piccolo, può fare, è fare scelte consapevoli e sostenibili in molteplici ambiti come, per esempio, nell’acquisto di mobili, pavimenti, serramenti o qualsiasi altro prodotto in legno, scegliendo legno locale o comunque certificato e tracciato (considerato che almeno il 20% delle importazioni in UE di prodotti di origine forestale sono di origine illegale e senza tracciabilità – dati Interpol), sia negli acquisti alimentari e cosmetici (contententi soya e olio di palma per citare i 2 prodotti incriminati più noti) o non cadendo nelle false scelte “green” tipo quella dei biocarburanti, tutte strettamente legate al taglio indiscriminato delle foreste sia del sud che del nord del mondo.

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