Tanti fiori attaccati al cancello, sotto la targa in memoria di Primo De Lazzari.
Tante macchioline rosse, un fazzoletto un gilet, una mascherina.
Un insieme di commozione, concentrazione e senso di liberazione, che univa passato e presente in questa soleggiata domenica di fine aprile: da quanto mancava una manifestazione, poter condividere un sentimento, un ricordo, un’idea di mondo.
Nonostante la necessità del distanziamento e delle misure di igiene pubblica, l’iniziativa organizzata da Legambiente Garbatella per il 25 aprile è stata molto partecipata e festosa, tra i canti partigiani ed i racconti storici sotto alle fresche frasche del Parco Garbatella.
Protagonista della giornata è stata Serena D’Arbela, vedova del partigiano Primo De Lazzari, combattente nella Brigata Garibaldi “Erminio Ferretto”, che ne ha parlato alla commemorazione davanti alla targa in via Rosa Raimondi Garibaldi 42, insieme a Luigi Di Paola in rappresentanza del Municipio VIII, e gli ha dedicato la poesia che trovate nel video. Ne ha raccontato anche l’impegno nel dopoguerra, tra sindacato e testimonianza nelle scuole, e ha infine lodato “gli ambientalisti, che si sono battuti per anni per avere questo spazio verde”, e ha donato al Circolo il libro “Una quercia sottile – Primo De Lazzari, ritratto collettivo di un partigiano”.
E le letture sono proseguite con racconti a tre voci della partecipazione attiva alla Resistenza delle donne, e delle loro esperienze forti ed emozionanti: tra le storie recitate da Cristina Petrucci, Rossana Pantano e Rosanna Amici del “Caffè letterario- LiberalibriMontagnola”, è stata particolarmente toccante la lettera di Leone Ginzburg alla moglie Natalia, scritta il giorno prima di morire.
Serena Luciani ha riportato il discorso sul piano storico e politico, citando il discorso ambiguo di Mussolini di San Sepolcro a Milano, in cui sminuiva il senso di “destra” e “sinistra”, come rischio attuale dell’agone politico, mentre è rimasta l’Anpi come luogo in cui confrontarsi. Ha raccontato l’episodio di due giovanissime ragazze dell’Amiata, che su un somarello trasportavano armi ai partigiani, si salvarono da blocco nazifascista improvvisando. Ha infine consigliato libri di partigiani, come Giorgio Bocca, Joyce lussu, Meneghello, Mario Chimici.
Anna Maria Baiocco ha portato invece un ricordo di famiglia a Roma, un quadro inedito del momento di transizione da un’occupazione grave dei tedeschi a quella degli americani più festosa, che ha restituito un momento di vita vera in cui si sente la fame che hanno dovuto partire delle persone innocenti e cosa hanno dovuto attraversare andando oltre le loro timidezze di persone per bene per aiutarsi a vicenda.
In chiusura, Elisabetta Loi ha raccontato del padre partigiano a Genova e Anna Coen ha richiamato brevemente le sofferenze della sua famiglia di origine ebraica.
È stato poi il momento dei cori, con un misto di allegria e commozione, dalla classica “Bella ciao” e “Fischia il vento”, a “Dove vola l’avvoltoio?”, “La Brigata Garibaldi” e “Oltre il ponte”.