Il cambiamento climatico
Spunti per una vita ecologista
Il cambiamento climatico: una reale minaccia per il pianeta e per l’umanità
Nonostante ci sia ancora chi neghi il cambiamento climatico, i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti: non solo attraverso un’accelerazione di fenomeni già noti da tempo, ma anche attraverso un’estremizzazione di eventi atmosferici che oggi si manifestano con una maggiore frequenza, intensità e colpendo zone che ne erano, fino a qualche tempo, fa esenti.
Responsabile di tutto ciò è il RISCALDAMENTO GLOBALE, determinato dall’aumento in atmosfera dei GAS SERRA derivanti, per la maggior parte, dalle attività umane.
Per evitare la castrofe occorre agire subito ABBANDONANDO LE FONTI FOSSILI, PROTEGGENDO LE FORESTE e TUTELANDO GLI OCEANI!
Ridiamo per non piangere…
Qui puoi leggere l’ultimo Rapporto sul clima, “Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate”, firmato da 11.000 scienziati di tutto il mondo.
Non hai voglia di leggerlo tutto?
Ecco le 6 azioni da mettere in atto subito individuate dagli scienziati:
1. La prima riguarda il settore energetico. Bisogna sostituire i combustibili fossili con fonti rinnovabili a basse emissioni, lasciare sotto terra le rimanenti scorte di gas e petrolio, eliminare i sussidi alle compagnie petrolifere, e imporre tasse sul carbonio sufficientemente elevate per scoraggiare l’impiego degli idrocarburi.
2. La seconda comporta la riduzione, e rapida, di emissioni di metano, polveri sottili, idrofluorocarburi e altri inquinanti climatici non persistenti. Questo potrebbe ridurre di oltre il 50% la tendenza al riscaldamento globale a breve periodo.
3. Poi, terza, viene la natura. Secondo gli esperti si deve ripristinare e proteggere ecosistemi come foreste, praterie, torbiere, zone umide e mangrovie e consentire a questi ecosistemi sequestrare l’anidride carbonica atmosferica.
4. Tocca poi al cibo, la quarta raccomandazione. Come nel recente rapporto IPCC, il nostro modo di mangiare sta erodendo le riserve del Pianeta. È necessario passare ad una dieta più bilanciata e a base di vegetali (riducendo soprattutto le carni rosse). Il cambiamento dietetico ridurrebbe notevolmente le emissioni di metano e altri gas serra e consentirebbe la coltivazione di cibo per il nostro consumo piuttosto che per l’alimentazione del bestiame.
5. La quinta tocca l’economia. È arrivato il momento di convertirsi a una economia carbon-free per riavvicinare l’umanità alla biosfera e allontanarla dall’obiettivo, ormai superato, incentrato sulla crescita del prodotto interno lordo. Solo così si possono sfruttare gli ecosistemi in modo da mantenere a lungo la sostenibilità delle risorse della biosfera. Pensare che l’economia non sarà toccata dalla crisi climatica è una illusione. In uno studio pubblicato su Nature Climate Change da un team internazionale tra cui ricercatori afferenti al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, gli esperti avvertono che la crisi climatica colpirà anche il mondo della finanza. I fallimenti delle banche saranno più frequenti, mentre la finanza pubblica dovrà sostenere costi più elevati per salvare le banche insolventi, con un’esplosione del debito pubblico, spiega Valentina Bosetti della Università Bocconi di Milano.
6. Infine – sesta raccomandazione – c’è la crescita della popolazione, che continua. Bisogna invertire la rotta perché la popolazione umana aumenta ancora di oltre 200.000 persone al giorno. Ciò va fatto applicando approcci che garantiscano giustizia sociale ed economica.
Un filmato per riflettere
Guarda come è cambiata la temperatura attraverso le immagini della NASA
La lettera degli scienziati scritta ai ragazzi del FFF (Fridays For Future)
Cari studenti che state scioperando per il clima, noi scienziati e studiosi dei cambiamenti climatici e dell’ambiente vi offriamo tutto il nostro sostegno. Ci unisce il desiderio di studiare la realtà, e una delle realtà che oggi purtroppo emerge è la difficoltà per gli esseri umani a rimettersi in discussione: così si spiegano gli attacchi contro di voi e le accuse ingiuste, come quella di avere sporcato una piazza che avete lasciato pulitissima o di essere pupazzi nelle mani di adulti che vi userebbero – sono accuse che servono, a chi le inventa, ad evitare di prendere coscienza della crisi climatica in cui ci troviamo.
E’ un riflesso fin troppo umano, a nessuno fa piacere sapere che il nostro pianeta rischia di diventare inospitale, con un drammatico calo delle risorse a nostra disposizione. Ma non è moralmente accettabile che si neghi pubblicamente il dato scientifico, come ci è capitato di leggere in questi giorni. Possiamo affermare con certezza che se leggete di qualcuno che nega che i cambiamenti climatici dipendano dall’uomo, oppure che nega siano un grave pericolo, non sta parlando della realtà, ma della difficoltà ad accettarla. E il vostro, il nostro compito è di aiutare a diffondere questa importante consapevolezza. Perché sul clima non esistono nemici, solo interlocutori da persuadere alla realtà.
Vi chiediamo allora di tentare assieme di persuadere la classe politica, di andare insieme ad incontrarla. Prima delle elezioni del 2018 ci siamo uniti in un comitato, «La Scienza al Voto», per convincere tutte le forze politiche a fare del contesto ambientale in pericolo il centro di ogni altra politica – e abbiamo proposto un accordo di legislatura trasversale, ritenendo che molte azioni siano importanti ed urgenti qualunque sia l’appartenenza a partiti o movimenti: abbiamo in effetti incontrato alcune disponibilità, ma manca ancora una consapevolezza diffusa e di conseguenza un’azione adeguata.
I politici non ci devono temere: la politica è l’arte di organizzare la vita sociale, e ai politici spetta il grandioso, storico compito di organizzare la transizione ecologica. A noi spetta di ricordare loro che ci sono però due elementi basilari da rispettare, cui peraltro l’Italia si è già obbligata aderendo all’Accordo di Parigi:
- una riduzione delle nostre emissioni molto maggiore di quella ad oggi prevista, indispensabile per limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C rispetto all’era preindustriale, e dunque le catastrofi più gravi (e naturalmente un indispensabile adattamento ai cambiamenti non più evitabili);
- un impegno sostanziale verso i paesi più poveri, secondo il principio della giustizia climatica, poiché essi sono i meno responsabili e i più colpiti dalla manomissione del clima, e devono essere aiutati a svilupparsi rinunciando all’uso dei combustibili fossili, che a noi occidentali è invece stato permesso.
I politici potranno naturalmente essere stimolati da un’opinione pubblica consapevole della crisi climatica e delle sue soluzioni, e potranno a loro volta stimolare i cittadini a raggiungere questa consapevolezza – sostenuti da coloro che formano le coscienze e il pensiero collettivo, gli insegnanti e i giornalisti, cui spetta uno speciale dovere di raggiungere una consapevolezza in materia di manomissione del clima e di possibili soluzioni alla crisi.
Cari studenti, la strada di fronte a noi è difficile, ma chiara. Vogliamo, se lo ritenete opportuno, percorrerla insieme?
Comitato “la Scienza al voto”
Antonello Pasini, fisico e climatologo, CNR (Coordinatore)
Carlo Barbante, chimico e climatologo, CNR e Università Ca’ Foscari, Venezia
Leonardo Becchetti, economista, Università di Tor Vergata, Roma
Alessandra Bonoli, ingegnere della transizione, Università di Bologna
Carlo Cacciamani, fisico e meteorologo, Protezione Civile
Stefano Caserini, ingegnere ambientale, Politecnico di Milano
Claudio Cassardo, meteorologo e climatologo, Università di Torino
Sergio Castellari, fisico e meteorologo, INGV
Andrea Filpa, urbanista, Università di Roma Tre
Francesco Forastiere, epidemiologo, CNR
Fausto Guzzetti, geologo, CNR
Vittorio Marletto, fisico e agrometeorologo, ARPAE Emilia-Romagna e AIAM
Cinzia Perrino, biologa ed esperta di qualità dell’aria, CNR
Nicola Pirrone, ingegnere ed esperto di cambiamenti globali e inquinamento atmosferico, CNR
Mario Motta, ingegnere dell’energia, Politecnico di Milano
Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, Università dell’Insubria
Federico Spanna, agrometeorologo, Regione Piemonte e AIAM
Stefano Tibaldi, fisico e meteorologo, CMCC
Francesca Ventura, fisico e agrometeorologo, Università di Bologna e AIAM