Dal 2017 ogni 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api.
Da apicoltore ogni anno mi faccio la stessa domanda che da uomo mi faccio l’8 marzo: e gli altri 364 giorni???
Alle api dobbiamo l’impollinazione di oltre 170 mila specie vegetali, che garantisce la biodiversità nell’ecosistema del pianeta. E molti dei fiori su cui bottinano questi infaticabili e affascinanti insetti finiscono dritti dritti… nella nostra pancia!
Già perché non è il supermercato che ci nutre tutti, è la Natura.
Anche se noi uomini moderni siamo tronfiamente convinti di bastarci da soli, o quasi, in realtà dipendiamo da una miriade di piccoli anelli per la nostra catena alimentare e per la nostra salute.
Anche solo per questo interesse egoistico dovremmo avere più rispetto e più cura di questi piccoli insetti.
Certo possiamo trasformarci in impollinatori col pennello in mano come a Hanyuan County la “capitale dell’albero del pero del mondo” dove per l’uso indiscriminato dei pesticidi la popolazione delle api della zona è praticamente sparita e ora le persone devono fare il lavoro che le api facevano gratis e molto meglio degli uomini (la perdita di produzione viene stimata in circa il 25/30%).
Ma vogliamo considerare un progresso dell’umanità diventare degli impollinatori?!?
Il tasso di estinzione delle api viene oggi stimato da 100 a 1.000 volte più alto del normale a causa… degli altri 364 giorni!
Continuiamo ad abusare del nostro pianeta con agricoltura intensiva, monocoltura, pesticidi, inquinamento e in corsa solo con la nostra stupidità egoistica cerchiamo di inventare sempre nuovi veleni da usare in agricoltura.
Così le api che per millenni ci hanno nutrito col loro ruolo di impollinatori, oggi hanno un nuovo e importantissimo ruolo di sentinelle ambientali: dove riescono a sopravvivere l’ambiente è ancora decentemente sano, dove gli alveari si spopolano i problemi ambientali sono più gravi e presto o tardi i nodi arriveranno al pettine anche per noi bipedi.
Un apicoltore-ambientalista non può far molto di più che cercare di mettere api ovunque facendole vivere nel modo più naturale possibile; contando che il magico ronzio di un alveare possa essere contagioso per tanti altri aspiranti apicoltori.
Buone api a tutte e tutti