Il roseto
12 gennaio 2011
Come trasformare il brutto in bello?
La riunione del condominio si era conclusa con un nulla di fatto: la mia proposta di realizzare un giardino giapponese in un angolo del cortile condominiale non era stata accettata ed io mi sentivo un po’ amareggiato. Da quando ero tornato dal Giappone, dove avevo seguito un Seminario specifico sui giardini giapponesi organizzato dall’Università di Art & Design di Kyoto, avevo voglia di mettere in pratica quello che avevo imparato e l’idea di costruire un giardino nel condominio mi era sembrata buona, ma le cose erano andate diversamente.
Per fortuna qualche giorno dopo, Luigi, uno dei condomini, incontrandomi nel cortile mi disse: “Perché non lo costruisci nel Parco? Scegli tu dove farlo, prepara un progetto e poi presentalo alla prossima riunione del circolo Legambiente Garbatella, che tanto si sta dando da fare per recuperare quell’area abbandonata e degradata e sottrarla alle mire degli speculatori.”
Dal primo giro nel Parco capii subito che l’impresa non era affatto facile: l’area era piatta e deserta, piena di detriti e di rifiuti abbandonati, quasi una discarica a cielo aperto; un quadrato recintato era suddiviso in una ventina di lotti degli orti urbani che il circolo Legambiente aveva promosso e aiutato a realizzare; a seguire un abbozzo di frutteto e qualche albero piantato qua e la. L’acqua veniva presa da una fontanella con un tubo infilato nel nasone. Sotto un leggero strato di terriccio arido e sabbioso uno zoccolo di una decina di centimetri di cemento si estendeva su tutta l’area: prima di piantare un albero bisognava fare un buco nel cemento, spaccandolo a picconate. L’angolo tra il mercato e via Rosa Raimondi Garibaldi era forse il posto più brutto di tutto il parco, anche perché un bandone di ferro nascondeva alla vista dei passanti cosa c’era dietro e, di notte…
Ma quello era il punto più vicino al cancello di ingresso e, quindi, quello più facilmente accessibile: se volevo fare un giardino che fosse fruibile per gli abitanti del quartiere, dovevo farlo proprio li!
29 gennaio 2011: via i bandoni
30 gennaio 2011: gli scout del gruppo Roma 51 aiutano a ripulire l’area
Fine gennaio 2011
Si comincia a lavorare
Il passo successivo è stato quello di preparare il progetto: quasi ogni giorno passavo qualche ora nel parco a studiare l’area, a prendere misure, ad assorbire le sensazioni che il posto mi ispirava. Sentivo che sotto una crosta di bruttura qualcosa di bello premeva per manifestarsi. Era come se il luogo fosse stanco di essere stato per tanto tempo così degradato ed aspirasse a diventare qualcosa di nuovo, ad un miglioramento, ad un riscatto. Pian piano l’idea mi si formò nella mente, i dettagli si precisarono meglio, preparai un preventivo dei costi e un disegno di come intendevo realizzare il progetto e lo presentai al circolo Legambiente. Mi aspettavo di dover rispondere a una serie di domande, di dover dare molte delucidazioni sul progetto, di dover essere abbastanza convincente per superare obiezioni e diffidenze e, invece, tutto andò liscio come l’olio. A Anna Maria, la segretaria del circolo, e a Tommaso, il presidente, l’idea piacque subito ed anche il parere degli altri presenti alla riunione fu favorevole e così, nel gennaio del 2011, cominciarono i lavori con l’aiuto dei volontari di Legambiente.
Per prima cosa fu smantellato il bandone lungo la strada e sostituito con una rete. Parallelamente fu bonificata l’area, rimuovendo i rifiuti, le siringhe, i sassi e gli escrementi che ricoprivano il terreno; a questa attività hanno partecipato anche gli scout del Gruppo Roma 51, mentre Maya si era dichiarata disponibile a ridipingere il bandone sul lato del mercato.
Marzo 2011
L’idea comincia a prendere forma
L’11 marzo del 2011 un violento terremoto, seguito da un devastante tsunami, si abbattè sul Giappone, causando migliaia di morti.
Venne spontanea l’idea di dedicare il giardino alle vittime di questo disastroso evento naturale.
Ci sono stati momenti di tensione durante la costruzione, per esempio quando furono posati i listelli di travertino che formano la cornice: per fissarli si dovette utilizzare il cemento e questo sollevò allarme tra i cittadini, che non sapevano bene cosa stessimo facendo.
19 marzo 2011: … spargimento del brecciolino
29 ottobre 2011: l’inaugurazione
29 ottobre 2011
Il progetto è completato
Per fortuna, tutto fu presto chiarito e, finalmente, il 29 ottobre dello stesso 2011 il giardino fu inaugurato con una bella festa a cui parteciparono più di 200 persone.
La bella giornata di sole ha favorito la cerimonia e, con l’occasione, è stata apposta una targa che dedica il giardino alle vittime del terremoto e dello tsunami che avevano colpito il Giappone nel mese di marzo 2011.
Il giardino zen oggi
Oggi come ieri il giardino Zen continua ad accogliere visitatori e fruitori del Parco Garbatella con la sua bellezza essenziale.
Continuo a prendermi cura del giardino facendo periodicamente la manutenzione ordinaria del prato e della parte arida, ravvivando quando necessario la rastrellatura del brecciolino con attrezzi che costruisco personalmente. Ogni anno, in inverno, viene un potatore esperto in piante bonsai per tenere sotto controllo la crescita dell’acero e dell’ulivo e dar loro una forma armoniosa.
La cura di un giardino zen rappresenta un ottimo esercizio di approccio alla conoscenza del Giappone e alle pratiche del Buddhismo.
Se sei interessato ad approfondire tematiche inerenti il giardino zen puoi contattarmi direttamente cliccando qui sotto.
Il giardino zen in TV
Un servizio televisivo sul giardino zen con l’intervista di Antonio Viglietto, socio del Circolo e ideatore del giardino.
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